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lunedì 31 marzo 2014

Franco: gli fu tranciato di netto il piccolo pene.

Franco, medico psichiatra, ci segnala questa brutta storia, scritta di suo pugno, su una persona ricoverata in psichiatria una decina di anni fa:

Nacque con i genitali esterni di maschio e di femmina, tutto insieme, maschio e femmina lo voleva Dio, la natura, ma non gli uomini, ed i suoi genitori dovettero scegliere che cosa dovesse diventare, e scelsero femmina.
Fu operato, quell’essere, ermafrodita vero o falso, gli fu tranciato di netto il piccolo pene, e rimase solo con i genitali esterni femminili.

Crebbe come femmina, fu educata , vestita da femmina, frequentava le amiche, andava in chiesa, tutto al femminile.

Divenne una bellissima ragazza, alta e bionda, e tutti potevano ammirare la sua bellezza. Una bella donna, nel corpo, ma maschio nella testa, maschio nella mente. Crebbe senza una precisa consapevolezza, si atteggiava a femmina perché cosi era la sua biologia esterna, perché un dì qualcuno fu costretto a fare una scelta per lei, qualcuno che desse una identità di genere a questo essere a cui la natura aveva dato i genitali esterni di ambedue i sessi.

Si poteva lasciarlo cosi ambiguo? si poteva aspettare che crescesse e decidesse lui stesso cosa fare e cosa diventare?

a lui/lei la scelta definitiva?

Crebbe da femmina, le sue amiche si fidanzavano, si sposavano, ma lei no. Senza un fidanzato, infine restò sola, senza amiche, e senza amici.

Odiò la madre che l’aveva reso femmina, e odiava il petto grosso che si fasciava fortemente con un panno, sino a farlo scomparire, si tagliò i capelli cortissimi, portava solo jeans e pantaloni larghi, parlava così, con il linguaggio del corpo, lui che non parlava con le parole, si vergognava tantissimo , se ne stava a letto e girava le spalle, scherzo della natura, massa ibrida, sfida all’identità, alle regole, diverso dai normali, diverso dai diversi, esso stesso si avvertiva come un essere schifoso, in colpa, ormai stressato, depresso, infine relegato a casa, rifiuto della società , oltre che della famiglia, ermafroditismo vero o falso?

Compiuti i 20 anni era rimasta sola, non era argomento affrontabile a casa, non poteva esordire dicendo: "Avete sbagliato tutto, io non sono una femmina, io sono un maschio". Orrore.!
Non era cosa che si potesse discutere a Gela, ormai era una mente maschile in un corpo femminile, si poteva pensare a rioperarlo per dargli un corpo da maschio, per dargli una dignità, una vita possibile, oggi si può, oggi si seguirebbe questa strada, negli ultimi anni l’opinione pubblica si è abituata a sentire tante cose strane o strambe, tante cose originali, ma allora, allora non avevamo ancora un governatore gay, non era di moda il transgender, non c’era l’unione europea a scrivere regolamenti per i diversi, non c’era un gay-pride, l’orgoglio gay, no.
Era troppo presto, cosi si viveva nella vergogna e nel silenzio, una tragedia si consumava in solitudine e senza parole, lo stupore, la vergogna superavano tutto.

Fu ricoverata in un reparto psichiatrico, per calmarla, per sedarla, per farle accettare una identità non sua. Fu ricoverata fra i pazzi, fu trattata da pazza, e si suicidò.
La trovarono schiacciata sul pavimento alle sei del mattino, precipitata dalla terrazza dell’ospedale, muta, epilogo triste di una impossibile vita
 (Franco Lauria, medico chirurgo, specialista in psichiatra).

L'ironia della sorte vuole che proprio a Gela, pochi mesi fa, in un caso analogo i medici si chiedesserò con tanto di risonanza mediatica se operare o no un altro neonato nato con genitali atipico, per dargli un sesso definito. Non sappiamo come è andata a finire questa storia e spero tanto questo pezzo possa arrivare a sensibilizzare tanti genitori che si trovano a dover ascoltare suggerimenti di medici che non sempre sono sufficientemente preparati.

Un corpo intersex va rispettato. I bambini hanno il diritto di poter scegliere, di poter sviluppare la propria identità di genere, di potersi definire maschi, femmine o altro.

Violare un corpo neonato con un bisturi produce solo sofferenza. Per questo chiediamo il divieto di chirurgie genitali su neonati intersessuali.

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