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lunedì 31 marzo 2014

Laura: siamo creme fatte di latte e uova

Ieri, a Cascina, durante l'incontro, un amico ha raccontato che i generi censiti sarebbero trentacinque.
Io, che sono io, e che quindi non dovrei, sono rimasta un po' sgomenta, e quando è stato il mio momento ho detto che il maschile e il femminile esistono, perché sostenere che non esistono uomini maschi e donne femmine a me pare davvero un esercizio acrobatico e poco convincente, se non per un piccolo club di fini pensatori.
Ciò che io amo di più nello scambio con gli altri è passare un messaggio che sia compreso a chi è diverso da me, molto diverso da me, perché accorcia le distanze tra noi, e questo mi rende sempre felice.
Così ho detto che il maschile e il femminile esistono ma, anche, che siamo tutti per genesi l'incontro di maschile e femminile (veniamo tutti al mondo da un maschio e una femmina, almeno per ora) e che dunque è impossibile che il "prodotto" umano sia privo di una di queste due componenti.
Non so come, mi è venuta in mente e immediatamente ho proposto, senza filtri, l'esempio di una crema i cui ingredienti base siano latte e uova; mescolando, portando a bollore e scodellando, avremo qualcosa che conterrà latte e uova, forse saprà più di latte, o più di uova, forse "ci sembrerà" che sappia solo di latte o che sappia solo di uova, ma non sarà possibile che non ci siano entrambi gli ingredienti della ricetta.
E quindi, ho aggiunto, i generi non sono trentacinque ma trentacinque milioni o trentacinque miliardi, e nascono dal miscelarsi di due ingredienti di base.
Questa cosa, se la dico a un pubblico in cui ci sono solo persone trans o queer o quelle altre sigle lì che non conosco bene tutte nel dettaglio, provoca sicuramente qualche "mmh" e qualche "sì però"; quelle persone "normali" (come chiunque è normale ma anche non lo è) hanno invece semplicemente pensato che fosse il caso di condividere unanimemente.
Mi ha fatto un immenso piacere, che abbiano condiviso con entusiasmo, perché il significato che ho attribuito va un po' oltre la vanità di sentirsi rivolgere un applauso (che pure mi seduce, confesso), e giunge sino a riconoscere che siamo il frutto - tutti - di una sola ricetta originale che comprende molti ingredienti e - quanto al genere - due di base che si possono variamente comporre ed esaltare, rispettando sempre il principio che entrambi sono necessari.
Mi ha fatto piacere perché è stato semplice spiegare che in fondo è un po' come se io avessi rivisto la mia coppettina di crema rimettendola sul fuoco, aggiungendo un po' di latte perché per me sapeva un po' troppo di uova, e che ora ci sono ancora le uova, ma l'impressione è che io sia una crema di latte.
Mi ha fatto piacere non tanto perché io così posso dire di essere uguale a loro, ma perché loro possono dire di essere uguali a me, e smettere di aver paura di sapere anche un po' di latte o di uova, e che quando qualcosa non incontra i nostri desideri, possiamo cambiarla.
Mi ha fatto piacere, infine, perché amo pensare alla logica dell'inclusione e non dell'esclusione, e che non siamo tutti maschi "o" femmine, ma maschi "e" femmine, fuori da logiche binarie.
Ché i binari van bene solo per far marciare i treni, e le etichette sul collo dei maglioni (Laura, attrice della compagni a Atopos).
 Noi siamo persone, per fortuna.

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