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mercoledì 30 aprile 2014

dal puledro al bambino, intersessuali al margine del sistema


Per gli amanti degli animali la nascita di un piccolo è sicuramente il momento emotivamente più toccante. Nella mia esperienza da veterinaria ho avuto il privilegio di assistere a diverse nascite di puledrini: prima arriva lo scroscio dovuto alla rottura delle acque, poi le contrazioni spingono pian piano il nascituro verso l'esterno. Di li a poco ci sarà un esserino tutto bagnato, accovacciato vicino la madre, pronta a fornire le prime amorevoli cure. Questo è il momento in cui, forse, è per tutti palese che le barriere di specie non sono poi così alte come crediamo: l'empatia tra questamadre e questo figlio non è diversa da quella umana.
Di li a pochi giorni, dapprima traballante, poi stabile e forte, il puledrino sarà pronto per correre attorno la mamma ed esplorare il piccolo recinto, o box, in cui vive, dove resterà per non più di sei mesi perché, poi, dovrà seguire il suo percorso di normale animale da reddito, facendo guadagnare soldi al proprietario correndo o contribuendo al concepimento di nuovi puledri, come stallone o come fattrice. Prima di abbandonare quel box, o recinto, i puledri andranno microchippati e iscritti, come maschi o femmine, all'anagrafe equina.
Nella primavera del 2011, però, succede una cosa insolita: nasce, da una fattrice da trotto, un(a) puledrin@ intersex, ermafrodita, o come lo definirebbe la terminologia medica un DSD, un disordine dello sviluppo sessuale. Il “piccolo DSD”, che non ho avuto purtroppo il piacere di conoscere, me lo immagino simpatico e curioso. Sicuramente fa la stessa vita di qualsiasi puledrin@ della sua età: dorme, si alza in piedi, va a poppare e saltella per il box vocalizzando i suoi primi, timidi, nitriti.
Il “piccolo DSD” è però sfortunato: di tutte le forme di intersessualità che potevano capitargli si è beccato proprio quella più evidente. Osservandolo, anche l'occhio meno esperto avrebbe notato la presenza di quel piccolo pene vicino la vulva.
Posso solo immaginare l'imbarazzo del proprietario, nel chiedere il da farsi al veterinario, mentre il “piccolo DSD” fa la sua grassa poppata, ignaro di quel che sta succedendo al di là dell'inferiata del box: “Come si fa? Lo devo iscrivere come maschio o come femmina?”. Sicuramente il veterinario, l'avrà informato che, quello che ha davanti, non è un soggetto fertile, né da femmina né da maschio, quindi non potrà mai essere né fattrice né stallone. “Non si poteva vedere dall'ecografia questa cosa?”, “Non potevamo liberarci di questo mostro prima che nascesse?”, “Proprio a me doveva capitare questa sfortuna?”, si sarà chiesto il proprietario.
So che, spinto da non so quali intenzioni, il veterinario ha proposto di intervenire chirurgicamente sul povero “piccolo DSD”. Io, però, lo immagino con la bavina alla bocca, mentre pensa alla pubblicazione scientifica che potrebbe fare amputando quell'imbarazzante pene - clitoride, plasmando una femmina normale, dotata di una normale, perfetta, meravigliosa vulva. Subito dopo avrebbe eliminato le gonadi, per evitare qualsiasi influsso ormonale di quel buffo organo, che non né ovaio né testicolo. Lo so, nella sua mente stava già nascendo l'immagine di un semidio, vestito da chirurgo plastico. Infondo un chirurgo plastico che fa, se non nascondere imperfezioni, rendendo più nella norma chi si sente diverso? L'unica differenza tra il nostro improvvisato chirurgo plastico veterinario ed un chirurgo plastico per umani, è che l'ignaro “piccolo DSD”, a differenza di un ipotetico paziente umano, non si sente affatto diverso, anormale, brutto o strano. Salta, annusa il mondo circostante, guarda curioso quel che accade lì attorno. Però potrebbe non qualificarsi alle corse e, sterile, non avrebbe alcun altro possibile utilizzo. Il piccolo “DSD” viene, così, abbattuto.

L'intersessualità, nel mondo animale, non è evento così raro come si può pensare, solo, a differenza di ciò che accade nell'uomo, spesso passa inosservata e registrata come “infertilità” in bovini, ovini ed altri animali da reddito, colpevoli di non compiere il loro mestiere di generatori di figli, e quindi di latte, o perché hanno comportamenti simili a quelli del sesso opposto. Come per il “piccolo DSD”, diventano animali non produttivi e finiscono al macello, senza che l'allevatore si ponga troppe domande.

C'è però una specie animale che, a mio avviso, se la passa peggio di tutte quando si tratta di intersessualità: l'uomo.
I medici, osservando e studiando le persone intersessuali, hanno stilato una lista di diversi casi che portano a, quelli che loro chiamano, disordini dello sviluppo sessuale:

- Mosaicismo cromosomico ( no xx, no xy), 1 su 1.666 nati
- Klinefelter (xxy) 1 su 1.000 nati
- Sindrome da insensibilità agli androgeni (o sindrome di Morris) 1 su 13.000 nati
- Parziale sindrome da insensibilità agli androgeni 1 su 130.000 nati
- Ovotestis (o vero ermafrodita) 1 su 83.000

L'intersessualità, termine che preferisco a “DSD” perché puzza meno di patologia, é una naturale variante sessuale che, noi umani, vogliamo eliminare perché non accettiamo nulla che vada oltre la biblica immagine di un Adamo, maschio virile e di una Eva, femmina fertile.

I dubbi che attanagliavano proprietario e veterinario del “piccolo DSD” sono gli stessi che hanno portato la classe medica ad ideare quel sistema di “normalizzazione - invisibilizzazione” ancora in voga oggi: aborti preventivi di quelle forme di intersessualità diagnosticabili durante la vita fetale ed interventi chirurgici e ormonali su quei neonati che presentano genitali non conformi alla norma, anche se non necessariamente appaiono ambigui.
In Italia siamo, come al solito, ignoranti riguardo certe tematiche e, basandoci su una concezione di sesso e identità di genere estremamente antiquata, ci sentiamo in dovere, di donare la felicità a questi bambini giocando al chirurgo plastico con questi corpicini inermi modificandoli più e più volte. I bambini crescono e gli interventi di normalizzazione - invisibilizzazione dovranno esser ripetuti almeno fino la pubertà.
I nostri medici, ignorando che l'identità di genere, la nostra anima di donna o uomo, non dipende né dal sesso, né dall'educazione impartita, consigliano ai genitori di nascondere tutto al bambino, di non parlare con nessuno dei farmaci che prende e degli interventi chirurgici che ha fatto e farà.
Il bambino crescerà, così, malato, senza sapere di che malattia è portatore e punito per ogni comportamento non congruente al genere imposto dal medico urologo.
“Potrebbe essere cancro?”, “Morirò presto senza questi farmaci?”, “Forse morirò comunque da un giorno all'altro”. Queste sono le domande che si pone un ragazzino intersex, quando comincia a capire di essere in cura per qualcosa di così brutto da non poter esser nominato.
Crescendo, una persona intersex normalizzata al femminile (solo perché chirurgicamente è più semplice) potrebbe sviluppare un'identità di genere maschile, sentirsi uomo, perché questa è la sua natura. Chi glielo spiega, a questo punto, che la legge 164/82 esclude le persone intersessuali dal percorso di adeguamento del sesso?
Chi nasce con atipicità genitali, pur non avendo problemi di alcun tipo, viene messo automaticamente nella categoria “mostri da riparare o nascondere”. I genitori, schiavi di una mentalità che prevede solo vestitini o rosa o blu, non vengono formati per accettare la natura del piccolo ed imparare a crescerlo serenamente ma, convinti da improvvisati medici esperti di intersessualità, finiranno per accettare che il proprio bimbo sia da abortire o, neonato, sia da plagiare, prima nel corpo, poi nella mente.

L'intersessualità è, come il transgenderismo, una malattia creata da una società che non è disposta ad accettare che sesso e genere sono categorie tenute in piedi solo dalle nostre menti stereotipate. Ogni individuo, con il suo modo unico di esprimere sesso, genere ed orientamento sessuale, è una diversa tonalità di colore di un arcobaleno di varianti, che non prevede quelle gabbie in cui costringiamo i diversi da noi per allontanarli dalle nostre paure.



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APPROFONDIMENTI:

Intersex horse found on Ontario farm
http://www.cbc.ca/news/canada/toronto/story/2010/03/28/tor-intersex-horse.html

Hermaphrodite Horses Baffle the Racing Community
http://www.findingdulcinea.com/news/sports/2009/may/Hermaphrodite-Horses-Baffle-the-Racing-Community.html

Laparoscopic Gonadectomy in Two Intersex Warmblood Horses
http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0737080611005004

L'invisibilizzazione dell'intersessualità in Italia
www.formazione.unimib.it/DATA/hot/677/balocchi.pdf


L'1,7% delle nascite presenta casi d'intersessualità ed è un dato rilevante
http://affaritaliani.libero.it/Rubriche/cafephilo/arfini2106.html


Pubblicato su: antispecismo.net, blog anguane, intersexioni

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