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martedì 1 aprile 2014

Oggi sposi, domani chissà.

Secondo la legge 164/82, quella attualmente in vigore, che disciplina il cambio di sesso e nome, una persona transessuale deve prima avere un certificato che attesti lo stato di disforia di genere, poi deve prendere ormoni, chiedere autorizzazione al giudice per sottoporsi all'intervento chirurgico, effettuare l'intervento, chiedere al giudice il cambio anagrafico. Solo a questo punto lo stato impone lo scioglimento del matrimonio, in caso questa persona sia sposata.

Che significa? 

Significa che una persona transessuale può avere un coniuge prima della transizione, durante la terapia ormonale, vivendo nei panni che desidera, essendosi sottoposta a giudizio del giudice e ad interventi chirurgici di riattribuzione del sesso ma NO, non può più se cambia i documenti.

Se in una coppia eterosessuale uno dei due coniugi cambia sesso anagrafico lo stato separa la coppia, anche se vuole stare assieme.

Se la persona che transiziona non richiede il cambio di documenti può essere uomo, transessuale non operata o transessuale operata e nessuno ha niente da ridire. 


In Italia esistono già numerose coppie gay legalmente sposate. Solo per restare unite uno dei due coniugi deve girare con documenti falsi, documenti che non lo rappresentano più, ma che evidenziano l'ipocrisia di una società che non vuole arrendersi alle evidenze.

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