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sabato 31 maggio 2014

Ho firmato perchè..

perche' ad oggi in quanto ragazza transessuale non riesco a trovare piu' un lavoro come make-up artist nelle aziende di cui prima lavoravo perche' queste taciotamente discriminano ,e in quanto ragazza transessuale per via dei documenti non congrui alla mia nuova identità di genere femminile e non desiderano avere a che fare con persone come me, cosi come nello stesso identico motivo non riesco a trovare una casa in affitto!
Vi prego fate qualcosa non si puo' piu' andare avanti cosi' !!! è ora che si cambi e si inizi a capire che la vita e' uguale per tutti e i diritti di noi persone transessuali li dobbiamo avere e far valere in quanto persone e umani civili e terrestri come tutti !!! GRAZiE GRAZIE GRAZIE (Adriana)

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venerdì 30 maggio 2014

Lui o lei? Prof trans stupisce la classe

E' diventata virale la notizia del "prof Romeo", arrivato in classe vestito da donna. Il prof, che si definisce androgino (e non transessuale), è sposato con una donna e veste gli abiti che sente più consoni alla propria persona, ma subito giornali e tv gli hanno appioppato l'etichetta di transessuale, oltretutto sbagliando ogni pronome:

Attesa per una supplenza, è arrivata in classe con il nome da uomo ma le fattezze di una prof a tutti gli effetti. Stupore e qualche polemica, in un liceo di Trieste, e la preside difende la scelta

La reazione degli alunni non è stata delle migliori. Poca o nulla solidarietà nei confronti del prof trans che da alcuni è stato persino fotografato, come fosse un fenomeno da baraccone. Tra le risa e lo stupore generale, non sono mancate le polemiche. Tra i genitori non è mancato chi ha minacciato di scrivere al Provveditorato, chi si è imbufalito con il preside, chi ha riposto le sue speranze in un rapido ritorno della professoressa di ruolo. Qualcuno ha tentato di spendere una parola sul rispetto della libertà sessuale dell’insegnante, ma di fatto quasi nessuno si è interessato a M.R. come professore. E non come trans.
 
 
Ogni individuo deve essere liber* di scegliere come essere indicat* nella società, e l'attuale società prevede la sola possibilità di identificarsi come uomini e donne. Forse gran parte dello stigma derivante dalla incongruenza tra le aspettative legate ad un nome maschile e l'aspetto femminile dell'insegnante sarebbe stato ridotto se questo avesse potuto scegliere un nome femminile o unisex, adeguato alla propria immagine.
 
Forse invece all'insegnante va bene così, perché non accetta di essere catalogabile come maschio o femmina e preferirebbe comunque contestare la norma definendosi androgino. A scuola si può insegnare anche questo.
 
Qualunque sia il pensiero dell'insegnante, cosa che nessun giornalista ha pensato di approfondire, a chi spetta il diritto di scegliere un nome che ci rappresenta?


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E tu, hai votato?


"il mio aspetto, la voce, sono sempre più lontani da quanto risulta sulla carta d'identità perciò mi sono risparmiato la scena (raccontata da diversi amic*) di presentarmi dalla parte sbagliata ed essere richiamato a voce alta dagli scrutatori. Vivo in un paese di 6mila abitanti, in cui le persone amano molto "farsi i fatti altrui", cosa che vorrei evitare per quanto mi riguarda. Ci ho pensato molto: se fossi andato a votare sarebbe stata l'ennesima "prova" da affrontare". Stefano.


Quante persone transessuali si privano del diritto di voto per evitare imbarazzi?

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mercoledì 28 maggio 2014

Liberazione Trans di Leslie Feinberg

Tratto da Liberazione trans, di Leslie Feinberg

Alcune leggi, ancora oggi, parlano di travestimento come “usurpazione di genere”. Ma anche quando queste leggi non sono scritte, la polizia i giudici e i sistemi carcerari hanno il potere di punire senza peccato chi deturpa l’ordine di genere e sesso. Credo che ci sia bisogno di levare le nostre critiche di come la repressione sbirresca, i tribunali, le prigioni, come tutte le forme di razzismo e fanatismo facciano girare la macchina del sistema economico e sociale che governa la nostra vita. Ci sono dei compiti storici che ci fanno segno di prendere posizione e agire. E bisogna farlo adesso. Questo scritto è per te, e si presenta come uno stimolo alla lotta contro tutto ciò. Cosa bisognerà fare per mettere fine alla violenza “legale” contro le persone trans? Come possiamo abbattere le leggi che codificano l’abbigliamento e il comportamento di donne e uomini? Come possiamo sbarazzarci da tutte le forme di discriminazione transfobica dovute all’ossessione dell’ortodossia di genere? Dove il movimento di liberazione del sesso e del genere entra in relazione con gli altri movimenti per l’ugualglianza economica e sociale? Come possiamo finalmente amare le nostre differenze, e tollerarle? Come potremo smantellare quel filo spinato costruito tra noi che ci separa e spaventa? Come possiamo formare un movimento che possa creare un cambiamento profondo e definitivo, capace di trasformare la società?
Non si può rispondere a queste domande finchè non ci organizzeremo insieme, pronti a lottare gli uni per gli altri, capire che l’altro farà di noi una persona libera, ansiosa di combattere l’oppressione degli altri come fosse la nostra oppressione.

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venerdì 23 maggio 2014

Transessuali e documenti. Una proposta di legge per allargare i diritti

Articolo di Geraldina Morlino pubblicato su mentelocale.it

Alcune situazioni e piccoli gesti quotidiani, a volte, vengono dati per scontati. Invece, per molti, costituiscono momenti di sofferenza. Quanti di noi si fanno intestare una fattura, oppure pagano con carta di credito, passano un check-in e pensano sia un'azione come tante altre? Ebbene, non per tutti avviene nello stesso modo. Per le persone transgender e transessuali, il cui nome sui documenti non corrisponde più al proprio aspetto, non si tratta di azioni così semplici.
In Italia, in virtù della legge 164/82, per cambiare l'indicazione di sesso e nome, occorre un iter medico e giuridico estremamente lungo e costoso.Inoltre, troppo frequentemente, la modifica viene concessa solo dopo la sterilizzazione chirurgica, intervento invasivo che, spesso, non viene scelto. Per garantire, quindi, dignità e inserimento sociale alle persone transessuali e transgender, è stato presentato il disegno di legge 405.
Il ddl chiede che il cambio anagrafico non dipenda da un giudice ma dalla propria decisione, per sancire il diritto a un'identità coerente con il proprio aspetto. La proposta intende, inoltre, evitare le chirurgie genitali sui neonati intersessuali,che vengono effettuate per dare loro un sesso definito.
Approfondisco questi argomenti grazie a Michela Angelini, che ha lanciato una petizione tramite change.org, con cui chiede alla Presidente della Camera Laura Boldrini e al Presidente del Senato Pietro Grasso che la proposta venga al più presto avviata all'iter di approvazione e poi convertita in legge. Michela, inoltre, gestisce disegnodilegge405, il blog dove raccoglie e condivide pensieri e storie di vita e di discriminazione.
A sostegno della petizione, vi è anche uno spot, da un'idea di Matteo Tortora, con la collaborazione degli attori Sandra Garuglieri e Alessandro Baldinotti. Vi proponiamo il video in apertura di questo articolo.
Michela vive come donna da alcuni anni, e ha una relazione stabile con Egon Botteghi, che ha fatto il percorso inverso (da donna a uomo), e che è anche genitore.
Infatti, li ho conosciuti a Roma, durante il meeting annuale della Rete Genitori Rainbow. Conducono una vita serena e felice, allietata dalla presenza della bimba e del bimbo di Egon.
I problemi nascono quando devono utilizzare i dati anagrafici. Loro, come tante persone transessuali, sono in piena armonia con il proprio corpo, e non intendono subire mutilazioni genitali. I loro documenti, però, non li rappresentano più. Questo dà adito a problemi importanti, nonché alla violazione della privacy. L'idea della petizione è nata dopo la messa in onda della puntata I dieci comandamenti, intensa e bellissima, trasmessa su Rai3, dove si racconta della transizione di Egon e Michela in modo talmente semplice e naturale da non aver procurato nessuna voce di dissenso, né a loro direttamente, né attraverso i canali Rai. Quindi, insieme, hanno pensato che le persone siano sovente più avanti della politica e, quindi, quest'ultima debba cambiare.
Il blog presenta le esperienze e i motivi di chi sostiene la petizione che, ad oggi, ha raggiunto le 7000 sottoscrizioni. Troviamo tantissimo materiale su cui riflettere. Mi piacerebbe poter citare tutto, ma ovviamente è impossibile. Faccio, quindi, solo qualche esempio. Mi è piaciuta particolarmente la storia di Irene. Mi affascina quando afferma di riconoscersi come donna ampia, così ampia da comprendere quella parte maschia presente in tutti gli esseri umani, aldilà degli organi genitali. A questo proposito, riporta un pensiero di Mario Mieli, secondo cui il transgenderismo è presente in ognuno di noi. E poi, conclude, le persone transessuali e transgender rendono visibili una condizione magnifica e complicata che, in realtà ci riguarda tutti. Confesso che questa visione mi attrae davvero tanto.
Poi ho apprezzato la delicatezza di Viola, che con una frase descrive perfettamente la sofferenza che deriva dalla dignità calpestata: «Prima del fatidico istante in cui dovrai esibire il tuo documento, speri che dopo averlo visto continuino a chiamarti Signora».
Trovo particolarmente belle le parole di Giulia quando scrive: «Il corpo è uno strumento che serve a suonare la musica che hai dentro».
Stefano, che prende il testosterone da sei mesi, racconta di aver ricevuto telefonicamente una proposta di apertura conti correnti a buone condizioni. Ha lasciato che lo inquadrassero come uomo. Poi, confuso, ha chiesto il numero di telefono per ricontattare. Ma non richiamerà. Non se la sente di mostrare i documenti in cui risulta ancora donna e, di conseguenza, dovere fornire spiegazioni. Pur senza smettere di vivere, sta riducendo i rapporti umani al minimo in attesa del cambio anagrafico.
Dalle testimonianze apprendiamo come sia difficile, per una persona trans svolgere un'attività con partita iva, come professionista o ditta individuale, in quanto dovrà indicare nel timbro e nell'intestazione delle fatture il nome originario. E il rischio di perdere clienti è, purtroppo, davvero alto. Tante/i, invece, rinunciano a presentarsi ai colloqui di lavoro.
Tendiamo sempre a ragionare secondo il binarismo di genere. Se però guardiamo con altri occhi, ci rendiamo conto come la realtà sia composta da tante situazioni differenti. Esiste un continuum dove il femminile e il maschile rappresentano i poli estremi, ma con infinite sfumature possibili e intermedie. Quest'ottica valorizza le differenze. Dovremmo essere liberi di scegliere secondo il nostro sentire. Per tutto ciò che non comprendiamo, esiste un metodo efficace, che si chiama conoscenza. Mette in gioco se stessi ma ci apre agli altri e alle emozioni. E' un'esperienza da cui non si torna più indietro.
Ho una piccola e innata passione: conservare in un quaderno mentale le frasi che mi colpiscono. Nel blog ce ne sono tante, alcune le brevemente ho citate. Ne lascio una di Michela come spunto finale, affinché si continui a parlare di questi argomenti: «Ogni individuo, con il suo modo unico di esprimere sesso, genere ed orientamento sessuale, è una diversa tonalità di colore di un arcobaleno di varianti, che non prevede quelle gabbie dentro cui costringiamo i diversi da noi per allontanarli dalle nostre paure».


giovedì 22 maggio 2014

Liberazione Generale 2

Durante l'intera giornata sarà presente un banchino per le firme alla petizione e si parlerà di argomenti ad essa connessi! 

 


LiberAzione Generale 2
24 maggio 2014
presso l’ex chiesa di Santa Maria in Chiavica,
via S. Maria in Chiavica 7 – Verona


Giornata di studio e di lotta
Il sessismo nelle sue declinazioni
contro le donne, gli/le lgbtqi, gli/le altro-da-umani


Different tendencies of sexism
against women, lgbtqi, other-than-humans



Il Collettivo Anguane, Anet, Circolo Pink, SAT – Sportello Accoglienza Trans, Liberazioni-Rivista di Critica Antispecista, OLS – Oltre La Specie, il Collettivo Intersexioni propongono la 2^ edizione di “LiberAzione Gener-ale”, giornata di studio e di lotta, che si svolgerà sabato 24 maggio 2014 a Verona. Il tema di questa giornata sarà il sessismo nelle varie coniugazioni che assume. Le prassi e le riflessioni che contraddistinguono i gruppi che organizzano l’evento si basano sui paradigmi dell’intersezionalità delle oppressioni e sulle connessioni tra le lotte. In quest’ottica proponiamo un confronto aperto e collettivo che produca un sapere condiviso e che getti le basi di azioni politiche in grado di contrastare le insidie del patriarcato capitalista eteronormativo e specista.


 Il sessismo è l’insieme dei pregiudizi e delle credenze che attribuiscono caratteristiche innate in base al genere e/o al sesso. Questi tratti “naturalizzati” si basano sul principio della gerarchizzazione delle relazioni e sulla costruzione sociale, economica, psicologica, politica, storica di valori e norme che contraddistinguono i vari gruppi umani. Questi pregiudizi collettivi sono trasmessi e interiorizzati tali da divenire un patrimonio condiviso e personale che permea la vita di ognun*.
I rapporti di dominio e sfruttamento che ne conseguono divengono gli universali attraverso cui si esplicita il controllo sui corpi e sulle menti di donne, lgbtqi, altro-da-umani. Tutti questi soggetti, e tutte le altre “marginalità”, ricadono nel cono d’ombra in cui li relega il sistema di dominio prevalente che si avvale del potente meccanismo della discriminazione, dell’esclusione, dell’aggressione, dell’eliminazione.
Ognuno di questi ambiti non è una monade isolata, ma si intreccia inestricabilmente con le altre, che divengono così i vari banchi di prova per l’espressione dell’egemonia: ci si esercita sulle une per sfruttare gli/le altr* e si controllano quest* per dominare gli/le altr*. Le generazioni di dominanti ereditano i principi del mantenimento dei privilegi e rinsaldano le alleanze per detenerli inalterati, creando una cosmogonia centrata sull’unico essere superiore, a cui immagine persino la divinità è declinata: il maschio bianco occidentale borghese carnivoro.
Le resistenze sono da sempre stigmatizzate ed eliminate innalzando roghi, creando luoghi di concentramento, forzando i corpi ad essere meri strumenti in balia delle esigenze dell’unico essere predominante.
Per superare l’impasse in cui versano oramai i movimenti di base e le prassi politiche radicali e antagoniste si deve operare da un lato il riconoscimento delle intersezioni degli abusi e delle emarginazioni, raccogliendo l’eredità delle lotte che hanno determinato tutte le forme di ribellione, eversione e resistenza finora espresse, in ogni latitudine e in ogni tempo, e dall’altro è tempo oramai di unire i singoli sforzi e creare alleanze, solidarietà e mutualismo di pratiche, di teorie e di azioni politiche in grado di sovvertire il sistema dominante.

Le aree che proponiamo di affrontare ed indagare in questa giornata sono il sessismo come forma di dominio e controllo:
1. sulle donne attraverso il patriarcato e l’androcentrismo
2. su* lgbtqi attraverso il binarismo sessuale e l’eteronormatività
3. su* altro-da-uman* attraverso lo specismo e il carnivorismo


per info e documenti
https://anguane.noblogs.org/?p=2368

per contatti e adesioni
liberazionegenerale@distruzione.org

Aurora ne parla, e tu?

Aurora ha realizzato una video spiegazione riguardo il ddl405 e ci scrive quanto segue:

Sono Aurora, il prossimo mese compirò 25 anni, e solo a Dicembre ho iniziato la mia terapia ormonale. Parlo tranquillamente del mio percorso di transizione sia sul mio profilo Facebook sia sul mio blog (contemporaneamente in italiano e inglese), nella speranza di riuscire a raggiungere quante più persone possibili. L'argomento "Transessualità" sembra essere ancora tabù, inoltre molte persone sono fortemente ignoranti a riguardo. Credo che l'unica cosa da fare sia parlarne, parlarne e parlarne. Per questo motivo ho pensato di girare un breve video riguardo il Disegno di Legge 405, illustrandone i vari punti e cercando di sottolineare che non tutte le persone transgender desiderano, per vari motivi, sottoporsi alle operazioni di riassegnazione dei genitali. Spesso mi è stato detto: "se non farai l'operazione non sarai mai una vera donna" ma mi sembra piuttosto scontato rispondere che il genere di una persona non risiede nei genitali. Per questi motivi, per il mio futuro e per il futuro di tante altre ragazze e donne come me... ho deciso di sostenere la petizione e di girare questo video.




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lunedì 19 maggio 2014

Caterina: Non conta in guscio, ma il cuore della persona

Dai commenti alla petizione:

Perché penso che vivere sia un diritto di tutti, perchè penso che l'orientamento sessuale non faccia la persona, perchè penso che siamo ancora alla pietra e mi vergogno di essere italiana e a volte essere umano per quello che lo stesso è in grado di fare/pensare, perchè sono stata vittima anche io di bullismo, perchè preferisco intervenire invece di far finta che non esistano questi problemi, perchè voglio vivere in un mondo dove quello che conta non è il guscio, ma il cuore e l'anima della persona!
Caterina

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A 23 anni denuncia: «Io discriminata sul lavoro perché transgender»

MESTRE. Caso di mobbing sessuale denunciato nel Veneto Orientale: si tratta di unA giovane transgender di soli 23 anni che vive assieme alla sorella che l’ha accettata. Da un anno, ha deciso di iniziare la terapia ormonale per cambiare definitivamente il proprio sesso.
La ragazza solo anagraficamente risulta essere uomo, ma il suo corpo è donna. Ha lavorato come impiegata nel settore privato, in un’azienda del settore pulizie. Secondo il suo racconto tutti i giorni veniva insultata e derisa da colleghi e colleghe, con espressioni poco consone, finché presa dallo stress e dalle ansie di tutti i giorni ha dovuto licenziarsi, così perdendo il posto di lavoro solo per aver un nome diverso nei documenti.
Il suo calvario continua tutti i giorni quando si presenta per cercare un nuovo posto di lavoro. La giovane infatti ha raccontato agli amici che la maggior parte delle volte viene derisa e fatta allontanare. La ragazza ha chiesto aiuto a tutti i servizi si stanno impegnando per risolvere la questione lavorativa e sociale.
Però lei è rammaricata e delusa perché non può farsi una vita normale come tutte le persone. Secondo l’associazione Lgbt del Veneto orientale ci si trova dunque a dover parlare ancora di discriminazioni per gusti sessuali e per modi di vestirsi, in Veneto.

Il DDL405 darebbe la possibilità di cambiare il nome anagrafico da subito, evitando gran parte dei frequenti casi di mobbing, perché quando è la carta di identità la causa del nostro outing, tutti si sentono in potere di discriminarci.


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domenica 18 maggio 2014

L'Italia è transfobica?

Ieri, in occasione dell'IDAHOT sono usciti due articoli (leggili qui: i 1, 2)  de Il fatto quotidiano che trattavano della nostra petizione, del DDL405 e di transessualità. L'Italia ha bisogno di una legge contro l'omotransfobia? Gli italiani sanno cos'è la transessualità? E che idea hanno dell'omosessualità? Cerchiamo di scoprirlo leggendo i commenti ai due sopracitati articoli....
e ridiamo per non piangere!



Io sono nato uomo ma dalla nascita mi sento un rinoceronte. Possibile che ogni volta che vado in banca a quattro zampe, con la mia struttura massiccia e la scarsa vista, debba essere discriminato? E non intendo operarmi per avere anche io un grosso corno sopra il naso. Una legge subito!

Io vorrei capire come si fanno a riconoscere, molte volte (non sempre) non si capisce se sono maschi o femmine, quindi ci vorrebbe anche una legge che imponga loro di farsi riconoscere, altrimenti uno convinto di conoscere una donna, si mette a conoscere invece un uomo... Io non auguro a nessuno di trovarsi in queste spiacevoli situazioni, ma a me purtroppo è capitato. :(

- Senti, abbi pazienza: Ho sei un ingenuo o sei in malafede. Ma come fai a farti ingannare, che se ne accorgono anche dalla sonda 'Voyager' (attualmente fuori dal nostro sistema solare), quando una femmina è tale o una volgare imitazione?

- li marchiamo come gli animali da allevamento?

vuole la legge subito? si metta in coda! ci sono questioni ben piú urgenti e tanta gente che aspetta da molto piú tempo.


Gay e lesbiche e mix vari non sono affatto normali, checchè ne dicano quesgli ubriaconi dell'OMS: Sono il risultato di inceppamenti della Natura, nel delicato iter formativo di maschio e femmina.


A volte a essere un uomo etero mi sento in minoranza.


Non ho capito perché queste persone vogliono essere discriminati, nel senso che vogliono essere tutelati con leggi ad "categoriam". I reati son reati, chiunque gli commetta deve essere perseguito. Nonostante tentativi di adescamento non ho mai denunciato nessuno. Se si approvasse una legge ad "categoriam" non esiterei a far denuncia.


ammetterà che una persona normale provi un po' di meraviglia per tali casi? O si deve fare finta di nulla e reprimere pure gli istinti naturali?


"io transgender chiedo una legge . Subito" !!!
............eeeeeeeeeehhh, come no! Neanche tu fossi un'eroe della Patria a cui tributare immediata obedienza, eh??? Caio Giulio Cesare ????? mavalà...........


Tutto questo è... psicologicamente instabile, lo capiamo vero? può essere naturale o no, ma psicologicamente instabile. Una confusione pazzesca poverini :|


Mi viene da piangere pensando ai bambini a cui stiamo insegnando queste bestialità.  Non bisogna essere per la natura a tutti i costi altrimenti saremmo ancora all'età della pietra ma qui si stanno ampiamente superando i limiti imposti dal buonsenso.  


Ma, per non essere omofobi, bisogna accettare tutte le stravaganze degli omosessuali?


Basta, non se ne può più con tutta questa normofobia. Fino a quando la gente non imparerà ad accettare le differenze che esistono naturalmente tra maschio e femmina, non potremo mai parlare di società civile


stanca di questa propaganda sessista e misogina del "mi sento donna " chiedo: se ti sentissi idiota ti faresti operare per sembrare come ti senti ?


Come è strana la vita,la discriminazione è solo di giorno. A Milano molti si credono eterosessuali ma vedo in giro molti transensuali che di notte lavorano , allora è questione di luce con la notte si cambia orientamento sessuale.


manderei certa gente che si lamenta sempre nei paesi islamici per fargli capire cosa è la vera omofobia! qui viene scambiata per omofobia la semplice presa per il culo! io conosco tante checche che sono state prese in giro da bambini eppure adesso ridono e scherzano felici e hanno una vita abbastanza soddisfacente! appena uno di loro si suicida urlano subito all'omofobia senza pensare che magari quello che si è suicidato era solo debole caratterialmente! se la prendono con tutto il popolo italiano se uno di loro s'ammazza e allora io auguro che qui venga messa in atto la shaaria giusto per far capire la differenza! con la speranza che la capiranno!


Transgender? non so cosa sia, non mi interessa e vivo bene anche senza saperlo, tutta questa storia non mi piace nemmeno e non la giustifico, è un orrore verso il corpo umano e verso ciò che madre natura ha fatto in milioni di anni, compresa la chirurgia plastica! quando questi transgender - transformers arriveranno a 80 anni voglio vedere se saranno in pace con loro stessi, la chirurgia estetica fa disastri con l'invecchiamento. se volete saperlo sono disgustato e basta. sono del motto vivi e lascia vivere quindi non interpretate male le mie parole. queste persone non fanno crimini e meritano di vivere sereni come ogni altra persona onesta del pianeta.


ringrazio madre natura per avere creato queste interessanti situazioni paradossali con cui allietarsi in discorsi nel tempo libero ed allontanare la noia. in fondo il circo è una rappresentazione amplificata ed in scala della realtà umana

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Omofobia, la storia di Vittoria: “Io transgender chiedo una legge. Subito”


Da Il fatto quotidiano





All'anagrafe il suo nome è maschile, ma lei, 23enne universitaria a Catania, da quando ha memoria si sente una femmina. Oggi sarà nella sua città per sensibilizzare le persone in occasione della Giornata mondiale contro le discriminazioni a sfondo sessuale. "Ma il mio obiettivo è confrontarmi faccia a faccia con i politici che denigrano e umiliano chi, come me, si rifiuta di sottoporsi a operazioni chirurgiche per definire la propria identità"
[..]
L’università non è l’unico ambiente dove Vittoria si sente discriminata. Iscriversi in palestra, affittare un appartamento con altre coinquiline, prendere la patente o viaggiare possono diventare problemi insormontabili se sulla carta di identà c’è scritto Simone, ma tu sei in tutto e per tutto Vittoria. “Sono arrabbiata nei confronti di una politica che ghettizza e umilia chi, come me, non sente alcuna necessità di sottoporsi a un’operazione chirurgica – racconta ancora - Come si fa a non rendersi conto che una legge contro l’omofobia e la transfobia è necessaria? Come possono quelli che dovrebbero rappresentarci usare parole di odio nei nostri confronti istigando chi già ci discrimina a compiere atti di violenza fisica e verbale?”. Eppure, dice, sarebbe semplice dotarsi di una norma degna di un paese laico: “Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha parlato della ‘civil partnership’ all’inglese, ma forse è rimasto indietro perché, nel frattempo nel Regno Unito hanno approvato il matrimonio tra persone dello stesso sesso“.
Oggi alle 16, in occasione della Giornata mondiale contro omo e transfobia, Vittoria sarà in piazza Stesicoro a Catania. Insieme a Queer as Unict, Stonewall Siracusa e alla sezione etnea del Sism, chiederà ai passanti di fermarsi per scattare una foto e testimoniare la volontà di lottare contro il pregiudizio. Un’occasione per far conoscere anche la battaglia portata avanti dalla veterinaria transessuale Michela Angelini: una raccolta firme per chiedere la modifica della legge 164/82 che disciplina l’attribuzione del sesso. In base a questa norma i nuovi documenti vengono rilasciati solo dopo l’operazione chirurgica (lunga fino a sei anni, costosa e dolorosa). “Non ho intenzione di subire mutilazioni genitali“, puntualizza Michela nella petizione. Come Vittoria, questa ragazza di Livorno è “in perfetta sintonia con il suo corpo attuale” e non sente, quindi, la necessità di sottoporsi ad alcun intervento definitivo. La richiesta – indirizzata alla presidente della Camera Laura Boldrini e al presidente del Senato Pietro Grasso – è semplice: accelerare i tempi di approvazione del disegno di legge 405 perché il cambio anagrafico non dipenda da un giudice, ma da una decisione personale. “Vogliamo documenti che rappresentino la nostra persona e non i nostri genitali”.

Leggi l'articolo completo


Guarda l'intervista a Vittoria de "il fatto quotidiano" girata in occasione dell'IDAHOT


venerdì 16 maggio 2014

Slideshow contro la transfobia!

 
 Il nostro NO alla transfobia, in occasione dell'IDAHOT, giornata mondiale contro l'omofobia e la transfobia





La slideshow continua! Manda la tua foto con un messaggio contro la transfobia seguito dall'hashtag #ddl405 a disegnodilegge405@gmail.com verrà aggiunta alle altre!

#idahot #ddl405 video and petition in English!

 
Today is the international day against homophobia and transphobia, IDAHOT, so also our petition and official video become international!






We are campaigning to:


- stop forced surgery for transgender people to enable them to legally change their name and gender;
- ease off the bureaucracy and relieve the expenses of transition;
- prevent the unconstitutional annulment of marriage in case one of the spouses changes their legal gender;
- end mutilating surgeries on intersex infants.

What ddl405 entails in a nutshell:
- easing off the bureaucracy of transition, making the whole judicial procedure for the legal gender and name change unnecessary. Submitting an official document certifying the condition of gender dysphoria to the local authority will be sufficient to allow a legal change;

- providing a guardian for transgender minors to support them in the necessary legal procedures to obtain access to surgery and legal gender/name change. A guardian would also be provided in case parents oppose the minor’s stated intention to transition;

- ruling that the legal gender change will no longer entail the immediate annulment of an existing marriage, which will happen only according to the will of the spouses;
- banning mutilating surgeries on infants born with atypical genitals (intersex infants);

- making transition cost-free and launch a programme to raise awareness on gender identity issues among providers of public health services.

sign the petition now! http://goo.gl/HINmWI

Giornata contro omofobia e transfobia, iniziative e battaglie per l’uguaglianza


Da Il fatto quotidiano

"Ed è sempre in rete che Michela Angelini, attivista per i diritti delle persone transessuali, sta raccogliendo le firme per chiedere la modifica dell’iter legislativo alla base del cambio di sesso. “In Italia – spiega Angelini – per cambiare l’indicazione di sesso e nome sui documenti viene richiesto un lungo e costoso iter medico e giuridico che può durare anche sei anni e che troppo spesso viene concesso solo dopo l’avvenuta sterilizzazione chirurgica”. Questo significa, come viene raccontato nel video realizzato per la campagna, che se una persona ritiene di avere un genere diverso dal sesso di nascita, perché ad esempio si sente uomo, ma ha un apparato riproduttivo femminile, anche se ha sembianze maschili (perché ha preso gli ormoni), non potrà mai avere i documenti appropriati se prima non si sottopone alla trafila di una legge vecchia di 32 anni. Il disegno di legge 405, di iniziativa del senatore Pd Sergio Lo Giudice, secondo Angelini “è il primo modo utile per contrastare la transfobia. Infatti, avere l’identità di genere che uno si aspetta è fondamentale in una società come la nostra dove tutto è ricompreso nel binarismo uomo e donna. Basterebbe fare come in Spagna e in Inghilterra, stati in cui c’è una legge simile a quella che chiediamo”.



Il disegno di legge 405 riguarda anche le persone intersessuali, nate cioè con cromosomi sessuali, apparato genitale o caratteri sessuali secondari che variano rispetto a ciò che è tradizionalmente considerato come femminile e maschile. La questione dell’intersessualità è al centro di un movimento europeo che lo scorso ottobre ha portato all’approvazione di una legge, in Germania, che prevede che sui documenti oltre al genere femminile e maschile ci sia il genere “intersessuale”.


Leggi l'articolo completo

mercoledì 14 maggio 2014

Vittoria: giovane, colta, combattiva e transgender

Articolo pubblicato su oggimedia.it da M. Daniela Basile

Vittoria ha ventitré anni, lunghi capelli rossi e studia Comunicazione. «Attualmente sono l’unica studentessa transessuale dichiarata a Catania e vivo ogni giorno i problemi legati a ignoranza, pregiudizio e quelli provocati da una legislazione inadeguata». Vittoria è nata in un corpo maschile e fin dall’infanzia sapeva che non le apparteneva. «Dopo aver preso la maturità, ho finalmente intrapreso il mio percorso di transizione».
«Abbiamo seguito quattro transgender nel percorso chirurgico del cambio di sesso, due di queste siero positive – racconta il professor Luciano Nigro, presidente regionale dell’LILA – Lega italiana per la lotta contro l’Aids – i tempi di risposta del giudice non sono lunghi e le spese mediche sono coperte dall’Asl. È però assurdo che per accedere all’iter bisogna chiedere il permesso ad un giudice – inoltre – non tutte le persone transessuali vogliono sostenere l’operazione, e molte vivono tutta la vita senza farlo».
Nei paesi dell’Unione europea le persone transgender che non si sono sottoposte a operazioni si stima siano un milione e mezzo. Regno Unito, Spagna, Portogallo, Germania, Austria sono paesi nei quali il riconoscimento giuridico dell’identità di genere non dipende dall’intervento demolitivo e ricostruttivo dei genitali, rispondendo così al pronunciamento 2003 della Corte europea dei diritti umani.
In Italia la legge proposta del senatore Sergio Lo Giudice (PD) interverrebbe proprio su questo punto, il cambio anagrafico del sesso diventerebbe competenza del prefetto che, ricevuta la richiesta accompagnata da certificazione medica di disforia di genere, autorizzerebbe, entro 30 giorni, la modifica dei documenti. Svincolandola così dall’intervento chirurgico.
«Stiamo conducendo una campagna di raccolta firme che sostiene la proposta di legge 405» spiega Vittoria che, insieme al collettivo studentesco Queer as unict, nato nell’ottobre 2013, invita a firmare su change.org la petizione lanciata da Michela Angelini.
«Oltre ai problemi burocratici, ci sono quelli culturali – racconta Demetra, ventiduenne iscritta a Medicina – Mi sorprende incontrare studenti omosessuali che ci seguono attentamente sui social network, ma che preferiscono scriverci in privato piuttosto che commentare i post  pubblicamente. C’è ancora un forte senso di solitudine e timore».
Solitudine che il gruppo Queer as unict, di cui Vittoria fa parte, sta cercando di spazzare con leggerezza e coraggio, esempio ne è la campagna di sensibilizzazione “Scatta l’uguaglianza. La tua faccia contro il pregiudizio”. «Ci siamo detti, perché aspettare il 17 maggio, la giornata contro l’omofobia?».
«Lo stereotipo che più di ogni altro va eliminato dal sentire comune è quello: transessuale uguale prostituta. Sono una giovane studentessa come tutte le altre, non mi sono mai prostituita, non ho mai pensato di farlo e mai lo farò. Sogno una storia d’amore come tutte le mie coetanee» conclude sorridendo Vittoria.

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Michela, donna da tre anni ma non sui documenti: «Basta discriminare le persone transessuali»

Dal blog di Vanity Fair di Tamara Ferrari (malanova.vanityfair.it)

«Avevo superato tre colloqui di lavoro. All’ultimo, l’esaminatore mi aveva persino fatto i complimenti. Ma subito dopo è arrivata la domanda che temevo: “Signorina, mi dia i suoi documenti”. Sulla carta d’identità c’era il mio nome da uomo. Il lavoro è andato a qualcun altro». Michela è nata maschio, ma da tre anni è donna. Non si è operata, non ne ha nessuna intenzione. «Non voglio subire mutilazioni, sono in perfetta sintonia con il mio corpo attuale. Voglio solo essere riconosciuta per quello che sono», dice. Ma in Italia c’è ancora tanta discriminazione nei confronti delle persone come lei. E, là dove non colpisce la transfobia, ci pensa la burocrazia.
Anche Michela, così come Nicole (della quale avevamo parlato qui) e Monica (la sua storia la trovate qui), ha un corpo da donna, ma documenti da uomo. «In Italia per cambiare l’indicazione di nome e sesso sui documenti viene richiesto un lungo e costoso iter medico e giuridico che può durare anche 6-10 anni e che troppo spesso viene concesso solo dopo l’avvenuta sterilizzazione chirurgica», mi spiega al telefono Michela, «Durante questo periodo si è costrette a convivere con l’aspetto desiderato ma con documenti che non ci rappresentano più. Le conseguenze sono problemi inevitabili sul lavoro, che spesso viene perduto oppure negato, e continue violazioni della privacy».
Come per Nicole e Monica, anche Michela da quando è donna ne ha passate delle belle. E non solo lei, ma anche il suo compagno. «Lui ha fatto il percorso inverso al mio: nato donna, è diventato uomo da qualche anno. Quando era donna, è stato sposato ed ha avuto due figli. Ma poi ha capito che non poteva continuare a nascondere e a reprimere la sua vera natura, ed ha trovato il coraggio di diventare uomo».
«Noi due viviamo in sintonia, gli unici problemi arrivano da questa società nella quale viviamo, che è impreparata e intollerante e che, sulla base di una legge vecchia 32 anni, ci costringe a vivere con un nome, con un’identità anagrafica che non ci appartiene più. Così, per esempio quando paghiamo con la carta di credito, ci capita di dover spiegare perché sui documenti che mostriamo c’è un nome maschile, o nel caso del mio compagno femminile. Stessa cosa quando ritiriamo delle analisi, un pacco o preleviamo dei soldi allo sportello delle poste e, ovviamente, tutti i presenti vengono a conoscenza del nostro passato e della nostra situazione attuale. Per non parlare delle opportunità di lavoro che vanno perdute».
Michela è una veterinaria. «Non avendo ancora i documenti né il codice fiscale con la mia nuova identità da donna, non posso firmare e timbrare prescrizioni e fatture. Ho dovuto rinunciare a svolgere la mia professione. E, nel frattempo, ho bruciato tanti colloqui di lavoro, che sono finiti male appena ho rivelato di aver cambiato sesso. Tanto che, alla fine, ho cominciato a omettere il mio nome anagrafico sul curriculum. E alla fine un lavoro l’ho trovato, anche se solo per pochi giorni al mese».
Michela è consapevole che quello che le sta capitando non è degno di un Paese civile. Da mesi lotta per difendere i suoi diritti, e adesso anche quelli delle altre e degli altri come lei. «Ho avviato una petizione su Change.org per chiedere al presidente della Camera, Laura Boldrini, e a quello del senato, Pietro Grasso, di accelerare l’iter di approvazione di una proposta di legge sulla modificazione dell’attribuzione di sesso e per il divieto di intervenire chirurgicamente sui bambini nati con atipicità genitali, così da garantire dignità e inserimento sociale alle persone trasgender e transessuali. Invito tutti a firmare e aiutarci, perché in Italia siamo tanti, senza diritti e discriminati».

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Rainbow Map


L'Italia è al 32° posto nella classifica dei diritti LGBTQI. 
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lunedì 12 maggio 2014

Non sono malata. In realtà sto benissimo.

Vladimir Luxuria ha lanciato su change.org una petizione per chiedere all'OMS di eliminare la transessualità dalla lista delle malattie mentali, cosa che è già avvenuta nel DSM V, il manuale di riferimento per i disturbi mentali redatto dall'APA (American Psychiatric Association) cui la definizione di "disforia di genere"del ddl405 si riferisce.

La petizione, che fa parte di una campagna internazionale lanciata anche in Regno UnitoGermania, Spagna, Canada, Francia, può essere firmata a questo link


Intanto continuate a firmare la nostra petizione in favore del ddl405, siamo a 7000 sottoscrizioni! Firma ora! http://goo.gl/BFjLxD

domenica 11 maggio 2014

slideshow contro la transfobia

Vuoi comparire nello slideshow nella colonna destra del blog e sui nostri canali facebook e twitter?

 


Mandaci una foto con un cartello che porti scritto un messaggio contro la transfobia seguito da #ddl405, lo pubblicheremo!

perché firmare è importante?

da un'idea di Matteo Tortora e grazie agli attori Sandra Garuglieri e Alessandro Baldinotti, vi presento il video che da oggi sarà incorporato su change.org in sostegno alla nostra petizione


Firma la petizione http://goo.gl/BFjLxD

sabato 10 maggio 2014

Petizione alla cittadella a favore dei transgender

Volantinaggio davanti la Facoltà di Medicina per promuovere la petizione sul decreto legge che discriminerebbe i transgender.Articolo pubblicato su Sabato 10 Maggio 2014 su LiveSiciliaCatania



CATANIA – C’è chi crede che l'orientamento sessuale di un uomo dipenda dalla percezione di sé, chi definisce ‘trans’ una persona che si veste da donna e chi dichiarandosi cattolico non condivide le adozioni gay, ma consuma rapporti prima del matrimonio. Questi sono soltanto alcuni degli spaccati emersi nel corso di un’intensa mattinata di sensibilizzazione promossa dai ragazzi dell'associazione Queer as Unic all’interno della Cittadella universitaria di Catania, davanti la Facoltà di Medicina, che commentano: “C’è molta ignoranza tra la gente, molti ragazzi hanno mostrato totale disinformazione in materia di omosessualità e questa è una pecca inammissibile in una società moderna come la nostra”.

Con volantini e documenti in mano gli organizzatori hanno sponsorizzato la petizione sul DDL 405 sensibilizzando gli studenti sui temi gay e trans anche con l’appoggio del dott. Luciano Nigro Professore in Malattie Infettive presidente LILA, lega italiana lotta aids, per la sezione Catania.  La petizione sul decreto legge 405.

”In Italia abbiamo la legge 164/82 che prevede il cambio anagrafico solo dopo aver subìto un intervento chirurgico ai genitali – spiega Vittoria, studentessa transgender - Con la petizione chiediamo una modifica affinché anche chi non vuole arrivare all'intervento finale possa cambiare subito il proprio nome in base a ciò che sente”. Per firmare la petizione, anche in forma anonima, basta cliccare sul sito change.org o su disegnodilegge405.blogspot.it.

“Tutto questo serve per non creare discriminazioni alle persone trans in genere perché già stigmatizzate rispetto a gay e lesbiche”, proseguono i ragazzi da settimane impegnati in eventi simili.

A chi vi rivolgete? “Ci rivolgiamo soprattutto alla classe politica, noi gay e trans siamo cittadini come tutti gli altri, non violiamo la Costituzione. Ci rivolgiamo poi nello specifico al Ministero dell'istruzione affinché riattivi gli opuscoli dell'Unar indispensabili all’insegnamento del valore della diversità nelle scuole”.

E proprio alle scuole è rivolto un messaggio. “E’ possibile cambiare le cose, è solo questione di istruzione e conoscenza. La scuola ha una grossa responsabilità, perché deve educare i figli, ma anche le famiglie 


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venerdì 9 maggio 2014

Trans 100, 100 persone che lottano per i diritti trans


Negli USA esiste la lista annuale delle 100 persone transessuali che si impegnano per cambiare il futuro della comunità: 100 facce, 100 storie, 100 modi per far si che il mondo sia un posto migliore.

Trans 100 lascia raccontare le proprie storie alle persone trans
Trans 100 mostra quanto la comunità transgender sia varia e variegata
Trans 100 afferma e dà validità alle identità non cis-gender
Trans 100 salva vite, dando speranza alle persone


I nominati e le nominate, trans* pubblicamente dichiarati, devono compiere un lavoro che impatti sulla vita quotidiana delle persone trans (a livello locale, regionale o nazionale), con focus particolare sull'eliminazione delle aree di esclusione, riduzione dello stigma, della povertà, migliorando lo stato economico e sociale delle persone transessuali. Sono particolarmente incoraggiate le nomine di persone di colore, non in vista, impegnate in aree che riguardano più lotte in relazione tra loro. La domanda cui dobbiamo rispondere è: cosa stanno facendo per rendere migliore la vita della comunità trans nelle loro vite quotidiane?



Questo blog vuole essere anche il Trans 100 Italiano, senza però far classifiche. Se volete raccontare la vostra storia, perché sia da esempio a chi questo percorso non lo ha ancora intrapreso o per chi si sente una goccia unica in un mare di persone cis-gender, scrivete a disegnodilegge405@gmail.com

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giovedì 8 maggio 2014

l’attribuzione del genere, marchio per la nostra persona

Dal Blog di Fabrizio Paoletti, stralcio di un post scritto a seguito della serata organizzata da intersexioni, LIBER* di ESSERE  Per l’autodeterminazione delle persone intersex o con “differenze” nello sviluppo sessuale, Martedì 6 maggio 2014, Firenze.
 "Ho sentito su di me il peso che questa situazione porta, come l’attribuzione del genere sia un marchio per la nostra persona, come in base al genere che ti viene riconosciuto chi si pone di fronte a te entra in relazione in un modo piuttosto che in un altro, come sia un assunto fondamentale dovere essere identificato col genere per la società e per poter avere un approccio relazionale al mondo. ho sentito tutta la difficoltà di questa mamma che cerca di trovare la strada per spezzare la barriera della necessità di identificazione del genere per sua figlia con grande difficoltà, una battaglia contro il mondo.
Avere questo riporto, la visibilità di persone intersessuali che sviluppano questa loro “natura” che tipicamente  viene considerata anormale/anomala e quindi patologizzata e medicalizzata a forza, quando poi si scopre da adulti che il gioco dell’identità di genere non è strettamente ed univocamente legato alla somministrazione di ormoni che possono addomesticare la “natura” di queste persone.. come ci racconta Alessandro che fino a 17 anni ha vissuto come ragazza e poi ha interrotto la somministrazione di farmaci che gli venivano somministrati dalla nascita, per diventare l’uomo e la persona completa che è oggi".


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martedì 6 maggio 2014

Diritti a due velocità: l’esempio argentino importato in Europa. E l’Italia?

Nel 1982 in Italia è stata abbattuta l'oppressione sulle persone che, avendo assunto sembianze dell'altro sesso, erano fuori legge

Negli ultimi 10 anni, in più paesi, è stata abbattuto l'oppressione sulle persone trans che erano costrette ad essere sterili per ottenere i nuovi documenti

Nel 2012 in Argentina è stata abbattuta l'oppressione della medicina sui corpi intersessuali: la persona è libera di autodeterminarsi, senza alcun certificato che dichiari il suo stato di transessualità

Nel 2014 è in discussione in Andalucia una legge che abbatterebbe in buona parte l'oppressione sociale sulle persone transessuali: garantire il lavoro e fare una legge contro la transfobia significa garantire una vita dignitosa ed un adeguato inserimento sociale

In Italia la persona transessuale è oppressa dalla legge, che ci obbliga alle decisioni di un giudice, dai medici, psichiatri e psicologi, che possono darci o non darci il nullaosta alla transizione, dalla società, che ci rifiuta al lavoro e ci fa restare al primo posto indiscusso nella classifica degli omicidi per motivi transfobici in Europa.

Le oppressioni vanno abbattute una ad una, iniziamo da ora: Firma la petizione http://goo.gl/BFjLxD



Dal sito www.intersexioni.it
La legge Argentina, la più avanzata mai scritta, richiede solo la volontà della persona per avviare il percorso di transizione.
Quest’anno, è in discussione nel parlamento andaluso una proposta di legge paragonabile a quella Argentina: nessuna persona potrà esser obbligata a trattamenti medici o esami psicologico-psichiatrici per cercare di determinarne l’identità di genere. All’utente transessuale verrà garantita completa autonomia davanti ai prestatori di servizi sanitari, senza alcun obbligo di terapie o di test di vita reale. La nuova legge stabilirebbe anche l’inclusione delle persone transessuali nei piani di lavoro diretti ai gruppi con particolari difficoltà di accesso al lavoro, difatti il 54% delle persone transessuali in Spagna risulta senza occupazione.

lunedì 5 maggio 2014

Aspetto che gli assistenti sociali decidano del mio destino

Cosa succede se un giudice mette la sua transfobia davanti alla legge? Monica, donna transessuale che si è già sottoposta all'intervento di vaginoplastica, che ha una figlia che da anni la conosce come donna, si vede negare il cambio anagrafico dal giudice, che giustifica la sua transfobia con un "tua figlia potrebbe avere ripercussioni". 
 
La stessa figlia che sostiene il padre, ora donna, dovrebbe subire ripercussioni perché viene cambiato un nome su un pezzo di carta? 

Il ddl405 farebbe sparire la transfobia istituzionalizzata che siamo costrett* a subire, Monica avrebbe i documenti già da tempo, e magari anche il suo lavoro.

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  «Dentro mi sentivo una donna, volevo diventarlo a tutti gli effetti», spiega Monica, «Quando mi sono operata, a 39 anni, ero ormai divorziata da sette. Pensavo che la cosa più difficile sarebbe stata spiegare tutto a mia figlia, allora undicenne. Invece l’ha presa bene e oggi è entusiasta di me».

«Alla fine i problemi non sono venuti dalla famiglia, ma dalle istituzioni. Ho seguito tutta la prassi prevista dalla legge per ottenere il cambio di generalità sui documenti, ma un giudice ha bloccato tutto. Pretende di stabilire attraverso gli assistenti sociali quali ripercussioni avrà su mia figlia il mio cambio di sesso. “Ma come?”, gli ho detto, “Non mi ha visto? Le sembro un uomo? (Monica ha i capelli lunghi biondi e un fisico da pin up, a guardarla è difficile immaginare che prima si chiamava Marco, ndr). Io ormai sono una donna a tutti gli effetti, mi sono operata. Mia figlia lo sa e mi è accanto in questo percorso”. Niente da fare. Così adesso aspetto che gli assistenti sociali decidano del mio destino. E intanto da tre anni vivo senza diritti».

«Qualche mese fa sono finita in ospedale, i medici non sapevano in quale reparto ricoverarmi. Ma la cosa peggiore è che l’azienda di design dove lavoravo, non potendo regolarizzarmi, mi ha licenziata. Dopo diverse brutte esperienze, ho rinunciato a recarmi ai colloqui di lavoro».

«Come glielo spiego che sono Monica, ma sulle carte ancora mi chiamo Marco?»
 
«Ho rinunciato a fare la designer. Conosco trans che, non trovando lavoro, sono finite sulla strada. Io non potrei mai, e poi ho una figlia, che esempio gli darei? Così, per ora faccio le pulizie “in nero” da un’amica. E intanto sogno il giorno in cui finalmente potrò aprirmi un’attività».


estratto di Sposato, una figlia, ma si sentiva donna: ha cambiato sesso e da tre anni è senza documenti (http://malanova.vanityfair.it)

giovedì 1 maggio 2014

La mia età non mi permette un'operazione completa

Ho firmato perché..

Dopo aver intrapreso un percorso di transizione che ora ritengo assurdo invasivo e estenuante "ONIG" ora mi trovo al punto di partenza, la mia età non mi permette un'operazione completa, ma purtroppo mi dovrei rassegnare no, mi dispiace, fin quando avro vita e forza combatterò in qualsiasi modo per poter ottenere ciò che è un mio diritto, essere una donna riconosciuta a tutti gli effetti, in modo che non possa tutte le volte dover dimostrare chi ero, ciò che adesso non sono più... tutte le volte mi sento ferita e umiliata (Alessandra)


Oggi, in Italia, seppur sempre più giovani intraprendono il percorso perché hanno informazioni e supporto che non c'erano fino a pochi anni fa, l'età media di inizio transizione è attorno i 40 anni. Non tutti vogliono o possono affrontare un intervento chirurgico dal risultato non prevedibile.


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Voglio i miei diritti

 Ho firmato perché..

Futuro FtM! Voglio i miei diritti!

(Elisabetta)



Vogliamo deluderlo?!



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