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venerdì 23 maggio 2014

Transessuali e documenti. Una proposta di legge per allargare i diritti

Articolo di Geraldina Morlino pubblicato su mentelocale.it

Alcune situazioni e piccoli gesti quotidiani, a volte, vengono dati per scontati. Invece, per molti, costituiscono momenti di sofferenza. Quanti di noi si fanno intestare una fattura, oppure pagano con carta di credito, passano un check-in e pensano sia un'azione come tante altre? Ebbene, non per tutti avviene nello stesso modo. Per le persone transgender e transessuali, il cui nome sui documenti non corrisponde più al proprio aspetto, non si tratta di azioni così semplici.
In Italia, in virtù della legge 164/82, per cambiare l'indicazione di sesso e nome, occorre un iter medico e giuridico estremamente lungo e costoso.Inoltre, troppo frequentemente, la modifica viene concessa solo dopo la sterilizzazione chirurgica, intervento invasivo che, spesso, non viene scelto. Per garantire, quindi, dignità e inserimento sociale alle persone transessuali e transgender, è stato presentato il disegno di legge 405.
Il ddl chiede che il cambio anagrafico non dipenda da un giudice ma dalla propria decisione, per sancire il diritto a un'identità coerente con il proprio aspetto. La proposta intende, inoltre, evitare le chirurgie genitali sui neonati intersessuali,che vengono effettuate per dare loro un sesso definito.
Approfondisco questi argomenti grazie a Michela Angelini, che ha lanciato una petizione tramite change.org, con cui chiede alla Presidente della Camera Laura Boldrini e al Presidente del Senato Pietro Grasso che la proposta venga al più presto avviata all'iter di approvazione e poi convertita in legge. Michela, inoltre, gestisce disegnodilegge405, il blog dove raccoglie e condivide pensieri e storie di vita e di discriminazione.
A sostegno della petizione, vi è anche uno spot, da un'idea di Matteo Tortora, con la collaborazione degli attori Sandra Garuglieri e Alessandro Baldinotti. Vi proponiamo il video in apertura di questo articolo.
Michela vive come donna da alcuni anni, e ha una relazione stabile con Egon Botteghi, che ha fatto il percorso inverso (da donna a uomo), e che è anche genitore.
Infatti, li ho conosciuti a Roma, durante il meeting annuale della Rete Genitori Rainbow. Conducono una vita serena e felice, allietata dalla presenza della bimba e del bimbo di Egon.
I problemi nascono quando devono utilizzare i dati anagrafici. Loro, come tante persone transessuali, sono in piena armonia con il proprio corpo, e non intendono subire mutilazioni genitali. I loro documenti, però, non li rappresentano più. Questo dà adito a problemi importanti, nonché alla violazione della privacy. L'idea della petizione è nata dopo la messa in onda della puntata I dieci comandamenti, intensa e bellissima, trasmessa su Rai3, dove si racconta della transizione di Egon e Michela in modo talmente semplice e naturale da non aver procurato nessuna voce di dissenso, né a loro direttamente, né attraverso i canali Rai. Quindi, insieme, hanno pensato che le persone siano sovente più avanti della politica e, quindi, quest'ultima debba cambiare.
Il blog presenta le esperienze e i motivi di chi sostiene la petizione che, ad oggi, ha raggiunto le 7000 sottoscrizioni. Troviamo tantissimo materiale su cui riflettere. Mi piacerebbe poter citare tutto, ma ovviamente è impossibile. Faccio, quindi, solo qualche esempio. Mi è piaciuta particolarmente la storia di Irene. Mi affascina quando afferma di riconoscersi come donna ampia, così ampia da comprendere quella parte maschia presente in tutti gli esseri umani, aldilà degli organi genitali. A questo proposito, riporta un pensiero di Mario Mieli, secondo cui il transgenderismo è presente in ognuno di noi. E poi, conclude, le persone transessuali e transgender rendono visibili una condizione magnifica e complicata che, in realtà ci riguarda tutti. Confesso che questa visione mi attrae davvero tanto.
Poi ho apprezzato la delicatezza di Viola, che con una frase descrive perfettamente la sofferenza che deriva dalla dignità calpestata: «Prima del fatidico istante in cui dovrai esibire il tuo documento, speri che dopo averlo visto continuino a chiamarti Signora».
Trovo particolarmente belle le parole di Giulia quando scrive: «Il corpo è uno strumento che serve a suonare la musica che hai dentro».
Stefano, che prende il testosterone da sei mesi, racconta di aver ricevuto telefonicamente una proposta di apertura conti correnti a buone condizioni. Ha lasciato che lo inquadrassero come uomo. Poi, confuso, ha chiesto il numero di telefono per ricontattare. Ma non richiamerà. Non se la sente di mostrare i documenti in cui risulta ancora donna e, di conseguenza, dovere fornire spiegazioni. Pur senza smettere di vivere, sta riducendo i rapporti umani al minimo in attesa del cambio anagrafico.
Dalle testimonianze apprendiamo come sia difficile, per una persona trans svolgere un'attività con partita iva, come professionista o ditta individuale, in quanto dovrà indicare nel timbro e nell'intestazione delle fatture il nome originario. E il rischio di perdere clienti è, purtroppo, davvero alto. Tante/i, invece, rinunciano a presentarsi ai colloqui di lavoro.
Tendiamo sempre a ragionare secondo il binarismo di genere. Se però guardiamo con altri occhi, ci rendiamo conto come la realtà sia composta da tante situazioni differenti. Esiste un continuum dove il femminile e il maschile rappresentano i poli estremi, ma con infinite sfumature possibili e intermedie. Quest'ottica valorizza le differenze. Dovremmo essere liberi di scegliere secondo il nostro sentire. Per tutto ciò che non comprendiamo, esiste un metodo efficace, che si chiama conoscenza. Mette in gioco se stessi ma ci apre agli altri e alle emozioni. E' un'esperienza da cui non si torna più indietro.
Ho una piccola e innata passione: conservare in un quaderno mentale le frasi che mi colpiscono. Nel blog ce ne sono tante, alcune le brevemente ho citate. Ne lascio una di Michela come spunto finale, affinché si continui a parlare di questi argomenti: «Ogni individuo, con il suo modo unico di esprimere sesso, genere ed orientamento sessuale, è una diversa tonalità di colore di un arcobaleno di varianti, che non prevede quelle gabbie dentro cui costringiamo i diversi da noi per allontanarli dalle nostre paure».


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