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mercoledì 11 giugno 2014

Vietato il divorzio d'ufficio, vietato chiamare l'unione matrimonio

Alessandra e Alessandra non possono essere divorziate d'ufficio ma la loro unione deve essere una cosa uguale al matrimonio che, però, abbia un altro nome: sta al legislatore legiferare in tal senso velocemente perché questa unione alternativa in Italia non esiste. Questo in pratica è quel che dice la sentenza della corte costituzionale sul ricorso di Alessandra, che si è vista annullare il matrimonio d'ufficio in seguito alla rettifica anagrafica del proprio sesso, come stabilito dalla 164/82. La 164/82 è incostituzionale nel punto dove obbliga allo scioglimento del matrimonio, ma a causa dell'interpretazione data all'articolo 29 (dove la società naturale citata nell'articolo è stata intepretata come eterosessuale perché così è secondo il punto di vista storico-religioso) la loro unione dovrebbe avere un'altro nome.

In una nota di Rete Lenford leggiamo:

PRECISAZIONE IMPORTANTISSIMA SULLA SENTENZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE
Finalmente abbiamo letto le motivazioni della sentenza della Corte costituzionale e, a prima impressione, non è rivoluzionaria come poteva sembrare dal lancio delle agenzie.
In soldoni i giudici dicono che:
1) è incostituzionale imporre il divorzio a due persone sposate, di cui una abbia rettificato il sesso anagrafico;
2) non è possibile, altresì, stabilire che il matrimonio venga sciolto solo a richiesta delle parti, perché ciò contrasterebbe con la discrezionalità del legislatore di scegliere se aprire il matrimonio o introdurre altro istituto alternativo, avendo l'articolo 29 incorporato la definizione eterosessuale del matrimonio derivante dal codice civile, non ancora modificata;
3) quindi il legislatore deve intervenire "con la massima sollecitudine per superare la rilevata condizione di illegittimità della disciplina in esame per il profilo dell’attuale deficit di tutela dei diritti dei soggetti in essa coinvolti.". In soldoni vuol dire che mentre nella 138 del 2010 aveva invitato il legislatore ad intervenire scegliendo anche quando farlo, ora deve farlo subito perché ci due persone che, a causa dello scioglimento illegittimo del loro matrimonio, sono passati da "uno stato di massima protezione giuridica ad una condizione di assoluta indeterminatezza";
4) l'intervento del legislatore deve consentire "comunque, ove entrambi lo richiedano, di mantenere in vita un rapporto di coppia giuridicamente regolato con altra forma di convivenza registrata, che tuteli adeguatamente i diritti ed obblighi della coppia medesima, la cui disciplina rimane demandata alla discrezionalità di scelta del legislatore". Però in questo passaggio dimenticano di ricordare al legislatore che se vuole può aprire anche il matrimonio.
5) il rapporto tra due persone sposate, di cui una delle due abbia ottenuto la rettificazione anagrafica, è assimilabile all'unione tra persone dello stesso sesso tutelata ai sensi dell'art. 2 della costituzione.
Insomma, a caldo, non una sentenza rivoluzionaria, ma che sa di occasione mancata, anche se il risvolto è che il legislatore ha ricevuto il monito ad intervenire subito per introdurre un istituto alternativo al matrimonio, che sarà accessibile da tutte le coppie dello stesso sesso.

(Antonio Rotelli, presidente Avvocatura LGBT Rete Lenford)
 
 
 
 In questa situazione che non possiamo che definire paradossale ci auguriamo che venga superata la forzata interpretazione dell'articolo 29 e che, semplicemente, si apra al matrimonio omosessuale. Alessandra ora si trova in un vuoto di diritti per colpa di qualcuno che ha voluto interpretare una norma con uno sguardo bigotto - religioso. Ormai tutti i paesi europei hanno detto no all'omofobia di stato, noi che aspettiamo?

La società naturale, quella cioè che esiste in natura, cioè nella società attuale è fatta di eterosessuali, omosessuali, transessuali, poliamore, asessuali, genitori single, famiglie allargate. Il welfare deve tenere conto di tutte le persone e i diritti devono essere tarati per le esigenze di tutte le persone. La famiglia eterosessuale sposata, che secondo l'ISTAT non è nemmeno il primo tipo di unione per numero, non può più essere nucleo fondante della società attuale. Per quanto tempo dobbiamo continuare a farci prendere in giro?
 
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