LECCE - Condannata per aver difeso la sua identità femminile. All’anagrafe è registrata come Gino. Ma ai poliziotti ha detto di chiamarsi Valeria. Gli agenti, però, non hanno voluto sentire ragione. Ed una trans è finita in un’aula di tribunale per aver reso false attestazioni ad un pubblico ufficiale sull’identità. Il processo si è concluso con una sentenza di condanna: Gino Ciurlia, alias Valeria, 30 anni, di Taurisano, (cittadina del Sud Salento) deve scontare un anno di reclusione senza la sospensione della pena.
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Viviamo nel paradosso a causa di una legge ingiusta.
LO STATO ANDREBBE DENUNCIATO PER TRANSFOBIA LEGALIZZATA E LE PERSONE TRANS DOVREBBERO ESSERE RISARCITE PER QUANTO SUBITO NEGLI ULTIMI 30 ANNI.
STOP 164. È ORA DI FARE UNA NUOVA LEGGE
firma la petizione
STOP 164. È ORA DI FARE UNA NUOVA LEGGE
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