Alcune situazioni e piccoli gesti quotidiani, a volte, vengono dati
per scontati. Invece, per molti, costituiscono momenti di sofferenza.
Quanti di noi si fanno intestare una fattura, oppure pagano con carta di
credito, passano un check-in e pensano sia un'azione come tante altre?
Ebbene, non per tutti avviene nello stesso modo. Per le persone transgender e transessuali, il cui nome sui documenti non corrisponde più al proprio aspetto, non si tratta di azioni così semplici.
In Italia, in virtù della
legge 164/82, per cambiare l'indicazione di sesso e nome, occorre
un iter medico e giuridico estremamente lungo e costoso.Inoltre,
troppo frequentemente, la modifica viene concessa solo dopo la
sterilizzazione chirurgica, intervento invasivo che, spesso, non viene
scelto. Per garantire, quindi, dignità e inserimento sociale alle
persone transessuali e transgender,
è stato presentato il disegno di legge 405.
Il ddl chiede che
il cambio anagrafico non dipenda da un giudice ma dalla propria decisione,
per sancire il diritto a un'identità coerente con il proprio aspetto.
La proposta intende, inoltre, evitare le chirurgie genitali sui neonati
intersessuali,che vengono effettuate per dare loro un sesso definito.
Approfondisco questi argomenti grazie a
Michela Angelini, che ha lanciato una
petizione tramite
change.org,
con cui chiede alla Presidente della Camera Laura Boldrini e al
Presidente del Senato Pietro Grasso che la proposta venga al più presto
avviata all'iter di approvazione e poi convertita in legge. Michela,
inoltre, gestisce
disegnodilegge405, il blog dove raccoglie e condivide pensieri e storie di vita e di discriminazione.
A sostegno della petizione, vi è anche
uno spot, da un'idea di Matteo Tortora, con la collaborazione degli attori Sandra Garuglieri e Alessandro Baldinotti. Vi proponiamo
il video in apertura di questo articolo.
Michela vive come donna da alcuni anni, e ha una relazione stabile con
Egon Botteghi, che ha fatto il percorso inverso (da donna a uomo), e che è anche genitore.
Infatti, li ho conosciuti a Roma, durante il
meeting annuale della
Rete Genitori Rainbow. Conducono una vita serena e felice, allietata dalla presenza della bimba e del bimbo di Egon.
I problemi nascono quando devono utilizzare i dati anagrafici. Loro, come tante persone transessuali, sono in piena armonia con il proprio corpo, e
non intendono subire mutilazioni genitali.
I loro documenti, però, non li rappresentano più. Questo dà adito a
problemi importanti, nonché alla violazione della privacy. L'idea della
petizione è nata dopo la messa in onda della puntata
I dieci comandamenti, intensa e bellissima, trasmessa su
Rai3, dove
si racconta della transizione di Egon e Michela
in modo talmente semplice e naturale da non aver procurato nessuna voce
di dissenso, né a loro direttamente, né attraverso i canali
Rai. Quindi, insieme, hanno pensato che le persone siano sovente più avanti della politica e, quindi, quest'ultima debba cambiare.
Il blog presenta le esperienze e i motivi di chi sostiene la petizione che, ad oggi,
ha raggiunto le 7000 sottoscrizioni.
Troviamo tantissimo materiale su cui riflettere. Mi piacerebbe poter
citare tutto, ma ovviamente è impossibile. Faccio, quindi, solo qualche
esempio. Mi è piaciuta particolarmente la storia di
Irene. Mi affascina quando afferma di riconoscersi come
donna ampia, così ampia da comprendere quella parte
maschia presente in tutti gli esseri umani, aldilà degli organi genitali. A questo proposito, riporta un pensiero di
Mario Mieli, secondo cui
il transgenderismo è presente in ognuno di noi.
E poi, conclude, le persone transessuali e transgender rendono visibili
una condizione magnifica e complicata che, in realtà ci riguarda tutti.
Confesso che questa visione mi attrae davvero tanto.
Poi ho apprezzato la delicatezza di
Viola,
che con una frase descrive perfettamente la sofferenza che deriva dalla
dignità calpestata: «Prima del fatidico istante in cui dovrai esibire
il tuo documento, speri che dopo averlo visto continuino a chiamarti
Signora».
Trovo particolarmente belle le parole di
Giulia quando scrive: «Il corpo è uno strumento che serve a suonare la musica che hai dentro».
Stefano, che
prende il testosterone da sei mesi,
racconta di aver ricevuto telefonicamente una proposta di apertura
conti correnti a buone condizioni. Ha lasciato che lo inquadrassero come
uomo. Poi, confuso, ha chiesto il numero di telefono per ricontattare.
Ma non richiamerà. Non se la sente di mostrare i documenti in cui
risulta ancora donna e, di conseguenza, dovere fornire spiegazioni. Pur
senza smettere di vivere,
sta riducendo i rapporti umani al minimo in attesa del cambio anagrafico.
Dalle testimonianze apprendiamo come sia difficile, per una persona trans svolgere un'attività con partita iva, come professionista o ditta individuale,
in quanto dovrà indicare nel timbro e nell'intestazione delle fatture
il nome originario. E il rischio di perdere clienti è, purtroppo,
davvero alto. Tante/i, invece, rinunciano a presentarsi ai colloqui di
lavoro.
Tendiamo sempre a ragionare secondo il binarismo di genere. Se però
guardiamo con altri occhi, ci rendiamo conto come la realtà sia composta
da tante situazioni differenti. Esiste un continuum dove il femminile e il maschile rappresentano i poli estremi,
ma con infinite sfumature possibili e intermedie. Quest'ottica
valorizza le differenze. Dovremmo essere liberi di scegliere secondo il
nostro sentire. Per tutto ciò che non comprendiamo, esiste un metodo
efficace, che si chiama conoscenza. Mette in gioco se stessi ma ci apre
agli altri e alle emozioni. E' un'esperienza da cui non si torna più
indietro.
Ho una piccola e innata passione: conservare in un quaderno mentale le frasi che mi colpiscono.
Nel blog ce ne sono tante, alcune le brevemente ho citate. Ne lascio
una di Michela come spunto finale, affinché si continui a parlare di
questi argomenti: «Ogni individuo, con il suo modo unico di esprimere
sesso, genere ed orientamento sessuale, è una diversa tonalità di colore
di un arcobaleno di varianti, che non prevede quelle gabbie dentro cui
costringiamo i diversi da noi per allontanarli dalle nostre paure».